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Legame con le origini
Volendo riprendere il filo del discorso iniziato qualche fotografia fa, quando sono state esplorate le sensazioni e il significato che l'abbigliamento può comunicare, questo scatto ritrae una signora, con abiti tipici, a passeggio per le vie di Cuzco. Che il suo vestiario sia indossato in maniera “sentita” o portato per un secondo fine (in questo caso, credo la prima) non ha importanza. Focalizzandosi, piuttosto, sull’abbigliamento in sé, questo potrebbe racchiudere diversi significati: ci è stato riferito, per esempio, che il copricapo tipico differisce in base al territorio di provenienza, così da fortificare, per chi lo indossa, il legame con le proprie origini; o ancora, i colori del poncho, ricavati da piante e minerali autoctoni, vanno a riprendere gli elementi della natura ai quali il popolo Inca era strettamente legato, come il blu per il cielo, il verde per le piante e il rosso per la terra. Insomma, oltre ad essere apprezzabili esteticamente, questi abiti possono, talvolta, custodire innumerevoli e profondi valori.
π Cuzco
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L'ombelico del mondo
Siamo a Plaza de Armas, nella città di Cuzco! “L’ombelico del mondo”, era soprannominata dal popolo Inca. Sì, perché Qusqu, come veniva chiamata allora, era la capitale dell’impero, nonchè snodo principale del dominio Inca perché posizionata al centro delle quattro regioni in cui il territorio era suddiviso. Com’era un punto di riferimento all’epoca, lo è anche oggi: tappa fondamentale per la scoperta della cultura incaica e delle vicende coloniali, oltre che fulcro di vita, di gioia e vivacità. Dopo tutto… “questo è l'ombelico del mondo, è qui che nasce l'energia”! π΅ πΆ
π Plaza de Armas di Cuzco
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Le nuvole veloci
Nella ricerca del condor, gli ostacoli principali a queste altitudini sono le nuvole che si muovono veloci, e il cielo ti si copre e si scopre davanti al naso. Dobbiamo pazientare parecchio perché le condizioni metereologiche si stabilizzino e il primo esemplare di condor si faccia vivo, ma quando questo accade… è uno spettacolo della natura.
π Mirador Cruz del Cóndor
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Le nuvole veloci
Nella ricerca del condor, gli ostacoli principali a queste altitudini sono le nuvole che si muovono veloci, e il cielo ti si copre e si scopre davanti al naso. Dobbiamo pazientare parecchio perché le condizioni metereologiche si stabilizzino e il primo esemplare di condor si faccia vivo, ma quando questo accade… è uno spettacolo della natura.
π Mirador Cruz del Cóndor
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Il condor delle Ande
È stata tutta questione di pazienza. Le nuvole, a queste altitudini, si muovono in maniera veramente rapida, ed è un attimo che qualcuna di troppo ostruisca la visuale. Dopo poco meno di un’oretta di attesa, il paesaggio finalmente si apre, ed ecco spuntare una sagoma velata, mano a mano sempre più nitida. Arriva persino a sorvolarci: fiero, maestoso ed imponente. Sto parlando del Condor delle Ande, uno degli uccelli più grandi e spettacolari del mondo.
π Mirador Cruz del Cóndor
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Paesaggio infotografabile
Spesse volte mi sono rammaricato della mancanza di un soggetto in grado di riempire la scena nei miei scatti di paesaggio… il classico omino giallo ai piedi della cascata, per intenderci (i fotografi sapranno di che parlo…). La verità è che io di soggetti particolari o riconoscibili da posizionare all’interno di un contesto non ne ho, e non è nella mia indole forzarli dentro un quadro dove di norma non sono presenti. Talvolta, lo ammetto, mi è capitato, mi sono lasciato condizionare, ma quella cosa non mi appartiene: preferisco catturare l’attimo di un abitante tipo, o di un animale autoctono. Ahimè, in questo caso non mi è capitato! Ma sono sicuro che anche il migliore dei soggetti, in uno scenario come questo, sarebbe risultato inutile: ci troviamo al cospetto dell’estesissima e ampissima Valle del Colca che, risalendo il fiume, si trasforma nel corrispettivo Canyon del Colca, ovvero il 2° canyon più profondo del mondo! Trovare la composizione perfetta in un luogo come questo oserei dire che è impossibile: siamo di fronte ad un “paesaggio infotografabile”.
π Valle del Colca
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Il bello
Ma tu quando viaggi, o più in generale, quando vivi, vai alla ricerca di ciò che è bello, o vai alla ricerca di ciò che è vero? Sul bello e sul vero si potrebbero aprire dibattiti infiniti, si potrebbero scrivere enciclopedie, si potrebbero giudicare persone. Da un punto di vista etimologico, bello e vero non sono sinonimi, ma non sono neanche contrari, eppure in certi contesti, specie quelli più remoti e contorti, le due parole assumono connotazioni diametralmente opposte. Arrivo al punto… le donne peruviane per secoli hanno vestito abiti colorati e folcloristici, rappresentativi, fra l’altro, delle propria zona di provenienza, e anche tutt’ora, talvolta, utilizzano questo modo di abbigliarsi; ma siamo nel 2025, e un paio di scarpe da ginnastica e un gilet caldo sono più comodi e funzionali… e, per quanto contrastanti e conflittuali, rappresentano meglio la realtà, sono più veri! E tu… ti rivedi più nella venditrice di souvenir agghindata ad hoc per arruffianare i turisti, o nella señora dai vestiti, per quanto discordanti, rappresentativi di quella che è la sua reale condizione?
π Regione di Arequipa
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Il vero
Ma tu quando viaggi, o più in generale, quando vivi, vai alla ricerca di ciò che è bello, o vai alla ricerca di ciò che è vero? Sul bello e sul vero si potrebbero aprire dibattiti infiniti, si potrebbero scrivere enciclopedie, si potrebbero giudicare persone. Da un punto di vista etimologico, bello e vero non sono sinonimi, ma non sono neanche contrari, eppure in certi contesti, specie quelli più remoti e contorti, le due parole assumono connotazioni diametralmente opposte. Arrivo al punto… le donne peruviane per secoli hanno vestito abiti colorati e folcloristici, rappresentativi, fra l’altro, delle propria zona di provenienza, e anche tutt’ora, talvolta, utilizzano questo modo di abbigliarsi; ma siamo nel 2025, e un paio di scarpe da ginnastica e un gilet caldo sono più comodi e funzionali… e, per quanto contrastanti e conflittuali, rappresentano meglio la realtà, sono più veri! E tu… ti rivedi più nella venditrice di souvenir agghindata ad hoc per arruffianare i turisti, o nella señora dai vestiti, per quanto discordanti, rappresentativi di quella che è la sua reale condizione?
π Regione di Arequipa
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Luci e ombre, rosso e azzurro
Situato a poche centinaia di metri da Plaza de Armas, il monastero di Santa Catalina fu fondato nel 1580 ed è dedicata alla nostra Santa Caterina da Siena. È composto da cappelle, stradine e cortili colorati, e, circoscritto da spesse mura, occupa un intero isolato, tanto da essere considerato uno dei conventi più grandi del mondo. Questa struttura ecclesiastica ospitava, in tempi più floridi, oltre cinquecento donne, di cui circa cento suore di clausura, cioè suore che scelgono di vivere in isolamento attraverso la preghiera limitando o azzerando i contatti con il mondo esterno (anche se poche, tuttora nel monastero vivono alcune suore di clausura). Ma al di là dei tecnicismi o degli aspetti più religiosi, da non amante dei musei vi posso assicurare che questo luogo, con le sue luci e le sue ombre, con i suoi colori blu e rossi, regala degli scorci che meritano veramente.
π Monastero di Santa Catalina
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Come ogni centro abitato che si rispetti, anche Arequipa ha il suo mercato cittadino. Il luogo dove un tempo sorgeva una chiesa dell’ordine dei Camilianos, infatti, rappresenta, oggi, il punto di ritrovo più vivo e folcloristico di Arequipa: il Mercado San Camilo. Nei cunicoli stretti che serpeggiano tra le bancarelle di carne, pesce, spezie, tuberi e frullati regna il caos, ma un caos positivo, sinonimo di vitalità e vivacità. Poi, la confusione sembra quasi scomparire quando di fronte a te si apre l’ampio corridoio che taglia trasversalmente l’intero mercato: letteralmente lunghi muri di frutta fresca ti si palesano davanti e, un po’ come quando inizi ad intravedere le gradinate di uno stadio gremito, credetemi, il colpo d’occhio è incredibile!
π Mercado San Camilo
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Tra storia e architettura peruviana
Plaza de Armas di Arequipa è un vero e proprio simbolo della colonizzazione spagnola in Perù, nonché cuore pulsante della città, e della regione di cui essa è a capo. La grande cattedrale, la fontana di bronzo con la statua in rame al centro, i portici simmetrici, … sono tutti elementi esemplari dell’architettura coloniale iberica. Alle verdi e ben curate aiuole fanno da contorno le facciate bianche degli edifici costruiti in sillar, una pietra vulcanica locale formatasi a seguito di un’antichissima eruzione. Testimone, prima, di una narrazione complessa, segnata dall'incontro tra le remote tradizioni indigene e la più moderna e superba cultura spagnola, e palcoscenico, poi, della lotta per l'indipendenza, Plaza de Armas di Arequipa è un luogo che trasuda Storia e che, oggi più che mai, è l’emblema dell’identità culturale e caratteriale degli arequipeñi.
π Plaza de Armas di Arequipa
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L'attesa che ripaga
Era da tanto che attendevo di poter scattare in queste condizioni. Le nevicate negli ultimi anni sono diminuite drasticamente, in quantità e qualità; e non sempre ho avuto la fortuna di vedere i prati e gli alberi imbiancati. Questa volta non mi sono fatto scappare l’occasione, e, munito di giubbotto verde e un sacchetto della spazzatura per proteggere la macchina fotografica dalla neve π, sono corso nel bosco per cercare di portare a casa qualche bello scatto!
π Alta Val Nure
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Il contrasto della neve
Quando arriva in grandi quantità, la neve da luce a paesaggi fantastici, fiabeschi. Scene minimali ma allo stesso tempo fortissime, la cui potenza si basa sul duro contrasto tra la neve stessa, luminosa, dalle forme dolci e tondeggianti, ed elementi terzi vivaci o particolarmente scuri, nel mio caso i tronchi e i rami degli alberi.
π Alta Val Nure
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Caos innevato
“Caos innevato” βοΈ La neve è spettacolare da vedere, ma il suo arrivo porta con sé tanti disagi, come abbiamo potuto osservare direttamente o leggere sui quotidiani negli ultimi giorni… ecco, questo scatto, secondo me, rappresenta bene, seppur in maniera astratta, gli aspetti negativi della “Dama bianca”. D’altro canto, le nevicate contribuiscono alla creazione di paesaggi di eccezionale bellezza, come mostrerò nelle prossime foto. ππ
π Alta Val Nure
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La signora della pioggia
“Dopo la pioggia arriva sempre il sole” direbbe un poeta, per utilizzare una metafora… Io invece, da sempre buon amante delle “bestie” più disparate, vi dico che, d’estate, dopo la pioggia, spuntano sempre i lumaconi! π Al termine di un’acquazzone estivo, dopo aver… lentamente… superato un tronco, questo lumacone si è affacciato sopra un fungo, forse per nutrirsene. La luce blu del crepuscolo, combinata a quella artificiale, ha creato, secondo me, un fantastico effetto!
π Alta Val Nure
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Tra estate e inverno...
Qualche giorno fa a Santo Stefano d’Aveto si è tenuta la festa della Transumanza: è cioè giunto quel periodo dell’anno in cui le greggi e le mandrie abbandonano i pascoli estivi di alta montagna. Per gli abitanti montani, la Transumanza è un vero e proprio evento periodizzante, che sancisce la fine del ciclo caldo estivo/autunnale e inaugura l’imminente arrivo dell’inverno. Personalmente, penso che anche le varie fasi del fogliage rappresentino un evento periodizzante. L’ingiallirsi delle foglie è la maniera decisamente più concreta e tangibile che la natura ci offre per riconoscere la venuta del freddo. La visione d’insieme creata dalle fronde degli alberi, oltre che ad essere magnifica da guardare nel periodo autunnale, ha quindi la speciale capacità di scandire il tempo, una sorta di fantastico e coloratissimo calendario naturale.
π Alta Val Nure
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Arcobaleno su Castelcanafurone
“Se ami l’arcobaleno, devi saper accettare anche la pioggia”, dicono. Beh… qualche goccia d’acqua potrebbe anche essere un ottimo compromesso, nel caso in cui ai piedi dell’arcobaleno si trovi la famigerata pentola d’oro. Per chi, tra i più coraggiosi, volesse tentare la fortuna, provi a cercare alle spalle della bellissima chiesa di Castelcanafurone!
π Alta Val Nure
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Il Lesima dopo il temporale
No. Non ho immortalato un fenomeno UFO π. Sebbene quell’oggetto sferico di colore bianco (nella foto, in alto a sinistra) possa alludere, all’occhio dei meno esperti, ad un “oggetto non identificato”, e nonostante i fasci di luce che trapelano tra le nuvole scure sembrino sede di un evento soprannaturale, si tratta semplicemente del monte Lesima dopo un temporale estivo. Sulla vetta del Lesima, una delle più alte del piacentino, è situata infatti una postazione radar ENAV ad uso aeronautico. Spiace per gli ufologi, oggi è andata male! π€£
π Alta Val Nure
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Skyline
“Non esistono proprie montagne, si sa, esistono però proprie esperienze. Sulle montagne possono salirci molti altri, ma nessuno potrà mai invadere le esperienze che sono e rimangono nostre”. -Walter Bonatti-
π Alta Val Nure
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Il ragno crociato
Durante una passeggiata ai confini con la Val d’Aveto mi sono imbattuto in questo grosso aracnide. Il suo nome scientifico è Araneus didematus, ma è comunemente noto come ragno crociato, a causa della croce che è visibile a grandi linee sul cefalotorace degli esemplari. La sua peculiarità principale sono proprio le grandi dimensioni: indubbiamente il ragno più grande che abbia mai visto nelle mie zone, il che, anche con una attrezzatura da principiante, mi ha permesso di scattare una foto abbastanza ravvicinata da mostrare perfino i suoi piccoli occhietti.
π Alta Val Nure
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Il fiore del giglio martagone
Il giglio martagone è indubbiamente una pianta stupenda. Il suo fiore dal colore rosa intenso, dalle belle foglie lanceolate e dalla forma pendule è estremamente appariscente, tanto da essere ampiamente utilizzato a scopo ornamentale. La maggior parte degli insetti impollinatori, però, non deve aver di lui una buona impressione… questo perché, in primis il suo profumo attira solo una ristretta categoria di insetti, e poi, proprio la sua particolare forma “a testa in giù”, permette l’impollinazione solamente ai clienti più agili.
π Alta Val Nure
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Il giglio martagone
Il giglio martagone è indubbiamente una pianta stupenda. Il suo fiore dal colore rosa intenso, dalle belle foglie lanceolate e dalla forma pendule è estremamente appariscente, tanto da essere ampiamente utilizzato a scopo ornamentale. La maggior parte degli insetti impollinatori, però, non deve aver di lui una buona impressione… questo perché, in primis il suo profumo attira solo una ristretta categoria di insetti, e poi, proprio la sua particolare forma “a testa in giù”, permette l’impollinazione solamente ai clienti più agili.
π Alta Val Nure
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Il prato primaverile
I colori dei prati primaverili sono fantastici: tra il verde e il giallo, passando per il viola e il rosa. E proprio nel periodo che precede l’estate, queste distese erbose si popolano di centinaia di insetti diversi: farfalle, cavallette, coccinelle e tantissime api.
π Alta Val Nure
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L'ape nel prato primaverile
I colori dei prati primaverili sono fantastici: tra il verde e il giallo, passando per il viola e il rosa. E proprio nel periodo che precede l’estate, queste distese erbose si popolano di centinaia di insetti diversi: farfalle, cavallette, coccinelle e tantissime api.
π Alta Val Nure
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Pretino o carabiniere?
Il pacifico soprannome “Pretino”, che, nelle mie zone, viene attribuito al lepidottero Fegea, nasconde dietro di sé una terribile verità. Decisamente più azzeccato, a mio parere, è il soprannome “Carabiniere” utilizzato nel meridione… sì, perché il pretino è un ottimo esempio di mimetismo mulleriano: i colori contrastati rispetto all’ambiente che frequenta, cioè, fungono da ammonimento nei confronti dei predatori, a segnalare la tossicità, e quindi la non commestibilità, dello stesso. Come un carabiniere tutela l’ordine e la sicurezza dello Stato, la fegea tutela in primis se stessa, e poi tutti i possibili predatori a lei interessati.
π Alta Val Nure
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Cascate da-a Tecia
Ecco a voi le bellissime cascate da-a Tecia! Partendo da Pertuso, frazione di Ferriere, e attraversando un paio di ruscelli, si giunge all’interno di una splendida faggeta, spaccata in due dall’imponente salto d’acqua che vi lascerà a bocca aperta. Al ritorno dalla camminata, poi, è d’obbligo un pit stop alla storica Trattoria Cavanna, la cui storia recente è stata da poco raccontata da Filippo Mulazzi in un interessante articolo su IlPiacenza.
π Alta Val Nure
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Cascate da-a Tecia
Ecco a voi le bellissime cascate da-a Tecia! Partendo da Pertuso, frazione di Ferriere, e attraversando un paio di ruscelli, si giunge all’interno di una splendida faggeta, spaccata in due dall’imponente salto d’acqua che vi lascerà a bocca aperta. Al ritorno dalla camminata, poi, è d’obbligo un pit stop alla storica Trattoria Cavanna, la cui storia recente è stata da poco raccontata da Filippo Mulazzi in un interessante articolo su IlPiacenza.
π Alta Val Nure
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Cascate da-a Tecia
Ecco a voi le bellissime cascate da-a Tecia! Partendo da Pertuso, frazione di Ferriere, e attraversando un paio di ruscelli, si giunge all’interno di una splendida faggeta, spaccata in due dall’imponente salto d’acqua che vi lascerà a bocca aperta. Al ritorno dalla camminata, poi, è d’obbligo un pit stop alla storica Trattoria Cavanna, la cui storia recente è stata da poco raccontata da Filippo Mulazzi in un interessante articolo su IlPiacenza.
π Alta Val Nure
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Orchidea maculata
Dopo la fantastica esperienza in Sri Lanka, tornano finalmente gli scatti della mia cara Alta Val Nure! In foto, due bellissime orchidee maculate: una specie estremamente comune, quanto variabile in forma, colore e profumo!
π Alta Val Nure
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Le onde dello Sri Lanka
Non si sa precisamente perché questa piccola fantastica penisoletta venga chiamata Parrot Rock… Per alcuni la sua forma ricorda quella di un pappagallo; per altri deve il suo nome alle colorate specie di uccelli che la frequentano; come sostengono molte persone, invece, credo che il pappagallo, in questo caso, sia simbolo di custodia, di guardia, e la denominazione della sporgenza derivi proprio dal fatto che questa sia collocata in un’ottima posizione di vedetta: da qui si ha una buona visuale sulla costa circostante e soprattutto una veduta totale sull’Oceano Indiano.
π Parrot Rock
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Parrot Rock dall'alto
Non si sa precisamente perché questa piccola fantastica penisoletta venga chiamata Parrot Rock… Per alcuni la sua forma ricorda quella di un pappagallo; per altri deve il suo nome alle colorate specie di uccelli che la frequentano; come sostengono molte persone, invece, credo che il pappagallo, in questo caso, sia simbolo di custodia, di guardia, e la denominazione della sporgenza derivi proprio dal fatto che questa sia collocata in un’ottima posizione di vedetta: da qui si ha una buona visuale sulla costa circostante e soprattutto una veduta totale sull’Oceano Indiano.
π Parrot Rock
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Parrot Rock
Non si sa precisamente perché questa piccola fantastica penisoletta venga chiamata Parrot Rock… Per alcuni la sua forma ricorda quella di un pappagallo; per altri deve il suo nome alle colorate specie di uccelli che la frequentano; come sostengono molte persone, invece, credo che il pappagallo, in questo caso, sia simbolo di custodia, di guardia, e la denominazione della sporgenza derivi proprio dal fatto che questa sia collocata in un’ottima posizione di vedetta: da qui si ha una buona visuale sulla costa circostante e soprattutto una veduta totale sull’Oceano Indiano.
π Parrot Rock
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La lucertola canguro
Oggi vi presento un altro genere di rettile presente nella foresta pluviale di Sinharaja: la lucertola canguro. È facile intuire il perché del suo nome… semplicemente, quando si trova in una situazione di pericolo, o quando ha la necessità di spostarsi velocemente, questa lucertola saltella via agilmente grazie alla prestanza delle sue zampe posteriori: è una bestiola davvero scattante! Credo che si tratti dell’animale più comune della foresta, nonché, dal mio punto di vista, quello che la rappresenti al meglio.
π Sinharaja Rainforest
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La lucertola rinoceronte
Uno degli animali più belli che abbiamo incontrato all’interno della foresta di Sinharaja è il Lryiocephalus scutatus, più semplicemente chiamato dalla nostra guida “Lucertola rinoceronte”, a causa del particolare naso gobbo e curvilineo di cui questo rettile è dotato. Il colore verde delle sue squame ha certamente un fine mimetico, ma le tinte brillanti, comprese tra il giallo, il verde, e l’azzurro, risaltano anche tra le piante più vivide della foresta.
π Sinharaja Rainforest
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Vegetazione della foresta pluviale
Finalmente è giunto il momento di raccontarvi l’ingresso nella foresta pluviale di Sinharaja! Sicuramente, questa, è l’esperienza che attendevo maggiormente dall’inizio del viaggio; e devo dire che, al netto di una piccola fregatura di tipo economico e organizzativo, ha mantenuto le aspettative: vegetazione verdissima, radici dalle forme fiabesche e animali da documentario (ovviamente in libertà)! Vedrete prossimamente…
π Sinharaja Rainforest
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L'anziano fruttivendolo dagli occhi di ghiaccio
Nel piccolissimo paese di Mederipitiya, alle porte della foresta di Sinharaja, in un negozio di frutta questo anziano cingalese ha attirato la mia attenzione. Il colpo d’occhio di fronte al suo viso è stato notevole! La sua pelle scura e vissuta che contrasta fortemente con i capelli e i baffi bianchissimi, ma soprattutto con i gli occhi di un colore azzurro glaciale: sono stato fortunato ad incontrarlo poiché l’iride chiaro è molto raro nel subcontinente indiano!
π Mederipitiya
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L'anziano fruttivendolo dagli occhi di ghiaccio
Nel piccolissimo paese di Mederipitiya, alle porte della foresta di Sinharaja, in un negozio di frutta questo anziano cingalese ha attirato la mia attenzione. Il colpo d’occhio di fronte al suo viso è stato notevole! La sua pelle scura e vissuta che contrasta fortemente con i capelli e i baffi bianchissimi, ma soprattutto con i gli occhi di un colore azzurro glaciale: sono stato fortunato ad incontrarlo poiché l’iride chiaro è molto raro nel subcontinente indiano!
π Mederipitiya
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Amore nella tempesta
Quando ho scattato questa foto era il 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Quel giorno, nel cielo nuvoloso e cupo dello Sri Lanka si è aperto uno spiraglio di luce. Lì nel mezzo, sui fili dell’elettricità, si sono posizionati due uccellini. Non traspaiono né il colore, né la specie, né il sesso dei volatili, ma questo non ha importanza. Vista la curiosa coincidenza… chissà, forse sono due innamorati?
π Mederipitiya
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Il pavone mimetizzato
Secondo l’Islam lo spirito è stato creato sotto forma di un pavone, il quale, gocciolando sudore, generò tutti gli esseri viventi; nella religione induista, Skanda, figlio di Shiva, è rappresentato sotto forma di un pavone; per il Buddismo, invece, il pavone è il trono del Buddha Amitabha. Insomma, che siano fedeli ad una dottrina o ad un’altra, i cingalesi considerano il pavone un animale sacro. E abbiamo osservato che, nonostante si tratti di un uccello molto diffuso in tutto il paese, per un locale vederne uno è ogni volta un’emozione.
π Udawalawe National Park
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Close-Up del pavone
Secondo l’Islam lo spirito è stato creato sotto forma di un pavone, il quale, gocciolando sudore, generò tutti gli esseri viventi; nella religione induista, Skanda, figlio di Shiva, è rappresentato sotto forma di un pavone; per il Buddismo, invece, il pavone è il trono del Buddha Amitabha. Insomma, che siano fedeli ad una dottrina o ad un’altra, i cingalesi considerano il pavone un animale sacro. E abbiamo osservato che, nonostante si tratti di un uccello molto diffuso in tutto il paese, per un locale vederne uno è ogni volta un’emozione.
π Udawalawe National Park
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L'elefante
Gli elefanti sono indubbiamente uno dei più importanti simboli dello Sri Lanka. Per certi versi, questi “bestioni” rappresentano un problema per i cingalesi ma, allo stesso tempo, costituiscono una risorsa importantissima da proteggere. Sono svariati i centri di recupero che si prendono cura degli elefanti feriti, e diverse sono le riserve naturali in cui gli stessi vengono reintrodotti in natura. Uno dei parchi naturali più conosciuti è proprio quello di Udawalawe, dove si possono osservare in maniera relativamente ravvicinata elefanti e tantissime specie di uccelli.
π Udawalawa
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L'elefante
Gli elefanti sono indubbiamente uno dei più importanti simboli dello Sri Lanka. Per certi versi, questi “bestioni” rappresentano un problema per i cingalesi ma, allo stesso tempo, costituiscono una risorsa importantissima da proteggere. Sono svariati i centri di recupero che si prendono cura degli elefanti feriti, e diverse sono le riserve naturali in cui gli stessi vengono reintrodotti in natura. Uno dei parchi naturali più conosciuti è proprio quello di Udawalawe, dove si possono osservare in maniera relativamente ravvicinata elefanti e tantissime specie di uccelli.
π Udawalawa
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Nine Arches Bridge
Tra le montagne di Ella, a circa 1000m sopra il livello del mare, si possono scorgere paesaggi verdeggianti eccezionali. Il luogo più noto, nonché quello più affollato di turisti, è sicuramente il ponte dei nove archi. La nota costruzione è stata eretta durante la prima guerra mondiale senza l’utilizzo del prezioso acciaio, ma solo mediante mattoni e cemento. Oggigiorno il ponte attira centinaia e centinaia di turisti che accorrono per vedere con i propri occhi il passaggio del treno panoramico, immerso in un contesto spettacolare. Occhio però: la puntualità dei treni non è il forte dei macchinisti cingalesi. π
π Nine Arches Bridge
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Piantagioni di tè
Lo Sri Lanka è uno dei maggiori produttori di tè a livello globale. Se le grandi nazioni come Cina e India producono una quantità esorbitante di foglie di tè, l’isola dello Sri Lanka è nettamente la migliore a livello di produzione pro capite. Per ammirare le vastissime piantagioni di tè, immerse in magnifici scenari, basta percorrere in auto o in treno quella che viene chiamata “Hill Country”, ovvero la regione che collega Kandy, Nuwara Eliya ed Ella, dove si ha anche la possibilità di osservare e visitare internamente le fabbriche del tè.
π Hill Country
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Operaie in fabbrica
Lo Sri Lanka è uno dei maggiori produttori di tè a livello globale. Se le grandi nazioni come Cina e India producono una quantità esorbitante di foglie di tè, l’isola dello Sri Lanka è nettamente la migliore a livello di produzione pro capite. Per ammirare le vastissime piantagioni di tè, immerse in magnifici scenari, basta percorrere in auto o in treno quella che viene chiamata “Hill Country”, ovvero la regione che collega Kandy, Nuwara Eliya ed Ella, dove si ha anche la possibilità di osservare e visitare internamente le fabbriche del tè.
π Bluefield Tea Gardens
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Sigiriya al tramonto
Sigiriya è da molti considerata l’ottava meraviglia del mondo. È il connubio perfetto tra straordinarietà della natura ed epicità della storia. Introno al V secolo d.C., infatti, in cima a questa imponente roccia di origine vulcanica che domina la pianura circostante, fu costruito un palazzo fortificato, arricchito da fontane e giardini. Dalla sua vetta, per quasi un secolo, il re Kaspaya riuscì a controllare l’intera popolazione creando un regno inespugnabile. Sigiriya è da molti conosciuta anche con il nome di “Lion Rock” poiché, alla base della gradinata per raggiungere la sommità, fu realizzata una porta decorata da tratti leoneschi, come testimoniano le zampe conservate ancora al giorno d’oggi; inoltre, l’introduzione del leone all’interno della bandiera risale proprio al V secolo: esso simboleggia la forza della nazione.
π Pidurangala
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Primo piano di Sigiriya
Sigiriya è da molti considerata l’ottava meraviglia del mondo. È il connubio perfetto tra straordinarietà della natura ed epicità della storia. Introno al V secolo d.C., infatti, in cima a questa imponente roccia di origine vulcanica che domina la pianura circostante, fu costruito un palazzo fortificato, arricchito da fontane e giardini. Dalla sua vetta, per quasi un secolo, il re Kaspaya riuscì a controllare l’intera popolazione creando un regno inespugnabile. Sigiriya è da molti conosciuta anche con il nome di “Lion Rock” poiché, alla base della gradinata per raggiungere la sommità, fu realizzata una porta decorata da tratti leoneschi, come testimoniano le zampe conservate ancora al giorno d’oggi; inoltre, l’introduzione del leone all’interno della bandiera risale proprio al V secolo: esso simboleggia la forza della nazione.
π Pidurangala
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Donando i fiori di loto
Durante la nostra visita al Golden Temple di Dambulla abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una sorta di pellegrinaggio. Da essere quasi completamente vuoto, il piazzale antistante all’ingresso si è riempito di una scia di cingalesi diretti alla terrazza sopraelevata situata ai piedi del Buddha dorato. Qui, abbiamo avuto il piacere di unirci a loro, osservando i momenti di preghiera e di devozione, caratterizzati dal dono di fiori di loto che simboleggiano la purezza e l’elevazione spirituale.
π Mihintale
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Prima della preghiera
Durante la nostra visita al Golden Temple di Dambulla abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una sorta di pellegrinaggio. Da essere quasi completamente vuoto, il piazzale antistante all’ingresso si è riempito di una scia di cingalesi diretti alla terrazza sopraelevata situata ai piedi del Buddha dorato. Qui, abbiamo avuto il piacere di unirci a loro, osservando i momenti di preghiera e di devozione, caratterizzati dal dono di fiori di loto che simboleggiano la purezza e l’elevazione spirituale.
π Mihintale
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Golden Temple
Durante la nostra visita al Golden Temple di Dambulla abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una sorta di pellegrinaggio. Da essere quasi completamente vuoto, il piazzale antistante all’ingresso si è riempito di una scia di cingalesi diretti alla terrazza sopraelevata situata ai piedi del Buddha dorato. Qui, abbiamo avuto il piacere di unirci a loro, osservando i momenti di preghiera e di devozione, caratterizzati dal dono di fiori di loto che simboleggiano la purezza e l’elevazione spirituale.
π Mihintale
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Che sguardo!
Sguardo intenso, scrupoloso, vigilante. Posizione attenta, diligente, meticolosa. Tutto fa pensare ad un atteggiamento timoroso, ma la realtà è ben diversa. Benché in Sri Lanka, come in altre zone del terzo mondo, siano frequenti episodi da condannare, laddove le scimmie, come abbiamo potuto osservare, vengano ingabbiate, legate e sfruttate come attrazione turistica, negli ultimi anni questi primati stanno causando non pochi problemi. Per secoli sull’isola gli uomini hanno vissuto un rapporto equilibrato con le scimmie; ma con l’avvento del turismo il numero di rifiuti alimentari è aumentato esponenzialmente e la selvatichezza di alcuni animali è venuta a mancare. Le scimmie hanno cominciato ad associare e normalizzare l’umano come fonte di cibo e di sostentamento, diretta o indiretta. Al giorno d’oggi le scimmie si stabiliscono con l’uomo e grazie all’uomo, a tratti come dei parassiti, anche in grado però di fare irruzione nelle abitazioni. Insomma, un altro piccolo grande problema causato dal mondo moderno.
π Mihintale
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Gli entelli grigi
Oltre al macaco dal berretto (Macaca sinica), specie endemica dello Sri Lanka, il sito religioso di Mihintale è abitato da un’altra specie di primati chiamata entello grigio (Semnopithecus entellus). Questa razza di scimmia, molto comune sull’isola, vive solitamente in gruppi numerosi comandati da un maschio alfa, il quale mantiene il suo status di comandante per brevi periodi che arrivano ad un massimo di due anni. Gli entelli sono abili arrampicatori e sono in grado di compiere salti di parecchi metri, passando da un’albero all’altro provocando un leggero fruscio. Un suono lieve ma indistinguibile, che, tra un richiamo e l’altro, fa da sottofondo alla profonda e serena quiete che regna a Mihintale.
π Mihintale
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Mamma e figlio
Oltre al macaco dal berretto (Macaca sinica), specie endemica dello Sri Lanka, il sito religioso di Mihintale è abitato da un’altra specie di primati chiamata entello grigio (Semnopithecus entellus). Questa razza di scimmia, molto comune sull’isola, vive solitamente in gruppi numerosi comandati da un maschio alfa, il quale mantiene il suo status di comandante per brevi periodi che arrivano ad un massimo di due anni. Gli entelli sono abili arrampicatori e sono in grado di compiere salti di parecchi metri, passando da un’albero all’altro provocando un leggero fruscio. Un suono lieve ma indistinguibile, che, tra un richiamo e l’altro, fa da sottofondo alla profonda e serena quiete che regna a Mihintale.
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L'espressività delle scimmie
La visita di Mihintale è resa magica dal fantastico contesto faunistico che circonda questo magnifico sito religioso. Oltre a scoiattoli decisamente particolari e a varani, sono presenti moltissime scimmie. Da grande amante degli animali, tali mammiferi mi hanno sempre affascinato per la loro maniera di vivere e sopravvivere, quanto più simile alla nostra ma riassunta all’essenziale di ciò che conta davvero. Oltre a questi due espressivi esemplari di macaco dal berretto, vedrete prossimamente altri miei scatti di questi stupendi animali, poiché il loro atteggiamento, il loro modo di comunicare, i loro gesti mi lasciano costantemente sbalordito.
π Mihintale
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Lo sguardo
La visita di Mihintale è resa magica dal fantastico contesto faunistico che circonda questo magnifico sito religioso. Oltre a scoiattoli decisamente particolari e a varani, sono presenti moltissime scimmie. Da grande amante degli animali, tali mammiferi mi hanno sempre affascinato per la loro maniera di vivere e sopravvivere, quanto più simile alla nostra ma riassunta all’essenziale di ciò che conta davvero. Oltre a questi due espressivi esemplari di macaco dal berretto, vedrete prossimamente altri miei scatti di questi stupendi animali, poiché il loro atteggiamento, il loro modo di comunicare, i loro gesti mi lasciano costantemente sbalordito.
π Mihintale
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Macachi dal berretto
La visita di Mihintale è resa magica dal fantastico contesto faunistico che circonda questo magnifico sito religioso. Oltre a scoiattoli decisamente particolari e a varani, sono presenti moltissime scimmie. Da grande amante degli animali, tali mammiferi mi hanno sempre affascinato per la loro maniera di vivere e sopravvivere, quanto più simile alla nostra ma riassunta all’essenziale di ciò che conta davvero. Oltre a questi due espressivi esemplari di macaco dal berretto, vedrete prossimamente altri miei scatti di questi stupendi animali, poiché il loro atteggiamento, il loro modo di comunicare, i loro gesti mi lasciano costantemente sbalordito.
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Il Buddha gigante
Il sito religioso di Mihintale è uno dei luoghi di culto più importanti dello Sri Lanka. Rispetto ai distretti di pellegrinaggio ben più noti, quali Anuradhapura e Polonnaruwa, la località buddista di Mihintale si estende in un’area ben più limitata, permettendo ai visitatori di osservare tutte le antiche strutture con molta più tranquillità. La credenza vuole che questo picco collinare sia stato sede di un fondamentale incontro, nello specifico tra un importante monaco buddista e uno dei primi re dell’isola, che ha dato origine alla diffusione del buddismo in Sri Lanka. Negli scatti, oltre al Buddha gigante, lo stupa Maha Seya, uno dei diffusissimi stupa, ovvero strutture buddiste originarie del subcontinente indiano che hanno lo scopo di conservare reliquie.
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Mihintale presa dalla sua rocca
Il sito religioso di Mihintale è uno dei luoghi di culto più importanti dello Sri Lanka. Rispetto ai distretti di pellegrinaggio ben più noti, quali Anuradhapura e Polonnaruwa, la località buddista di Mihintale si estende in un’area ben più limitata, permettendo ai visitatori di osservare tutte le antiche strutture con molta più tranquillità. La credenza vuole che questo picco collinare sia stato sede di un fondamentale incontro, nello specifico tra un importante monaco buddista e uno dei primi re dell’isola, che ha dato origine alla diffusione del buddismo in Sri Lanka. Negli scatti, oltre al Buddha gigante, lo stupa Maha Seya, uno dei diffusissimi stupa, ovvero strutture buddiste originarie del subcontinente indiano che hanno lo scopo di conservare reliquie.
π Mihintale
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Ai piedi dello stupa
Il sito religioso di Mihintale è uno dei luoghi di culto più importanti dello Sri Lanka. Rispetto ai distretti di pellegrinaggio ben più noti, quali Anuradhapura e Polonnaruwa, la località buddista di Mihintale si estende in un’area ben più limitata, permettendo ai visitatori di osservare tutte le antiche strutture con molta più tranquillità. La credenza vuole che questo picco collinare sia stato sede di un fondamentale incontro, nello specifico tra un importante monaco buddista e uno dei primi re dell’isola, che ha dato origine alla diffusione del buddismo in Sri Lanka. Negli scatti, oltre al Buddha gigante, lo stupa Maha Seya, uno dei diffusissimi stupa, ovvero strutture buddiste originarie del subcontinente indiano che hanno lo scopo di conservare reliquie.
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Pesce ad essiccare
La città di Negombo, in Sri Lanka, nasce come una piccola comunità di pescatori. Anche oggigiorno il pescato, oltre al turismo, è la fonte di reddito principale degli abitanti. Intorno alle 4 del mattino, infatti, i numerosi pescherecci fanno ritorno alla spiaggia carichi del bottino della notte. Arrivate a riva, le imbarcazioni scaricano sulla sabbia il pescato che viene pulito, lavato ed esposto per essere venduto. Tanto altro pesce viene invece salato e messo ad essiccare, così da poter essere conservato più a lungo, oltre che esportato in tutto il mondo. La particolarità di questo mercato ittico è che, oltre ad acquistare, è possibile osservare tutto il processo di lavorazione del pescato. La miriade di volatili e un forte odore di pesce fanno da contorno ad un contesto fantastico che, se ti trovi a Negombo, non puoi perdere.
π Negombo fish market
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Distesa di pesce essiccato
La città di Negombo, in Sri Lanka, nasce come una piccola comunità di pescatori. Anche oggigiorno il pescato, oltre al turismo, è la fonte di reddito principale degli abitanti. Intorno alle 4 del mattino, infatti, i numerosi pescherecci fanno ritorno alla spiaggia carichi del bottino della notte. Arrivate a riva, le imbarcazioni scaricano sulla sabbia il pescato che viene pulito, lavato ed esposto per essere venduto. Tanto altro pesce viene invece salato e messo ad essiccare, così da poter essere conservato più a lungo, oltre che esportato in tutto il mondo. La particolarità di questo mercato ittico è che, oltre ad acquistare, è possibile osservare tutto il processo di lavorazione del pescato. La miriade di volatili e un forte odore di pesce fanno da contorno ad un contesto fantastico che, se ti trovi a Negombo, non puoi perdere.
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La pulizia del pesce
La città di Negombo, in Sri Lanka, nasce come una piccola comunità di pescatori. Anche oggigiorno il pescato, oltre al turismo, è la fonte di reddito principale degli abitanti. Intorno alle 4 del mattino, infatti, i numerosi pescherecci fanno ritorno alla spiaggia carichi del bottino della notte. Arrivate a riva, le imbarcazioni scaricano sulla sabbia il pescato che viene pulito, lavato ed esposto per essere venduto. Tanto altro pesce viene invece salato e messo ad essiccare, così da poter essere conservato più a lungo, oltre che esportato in tutto il mondo. La particolarità di questo mercato ittico è che, oltre ad acquistare, è possibile osservare tutto il processo di lavorazione del pescato. La miriade di volatili e un forte odore di pesce fanno da contorno ad un contesto fantastico che, se ti trovi a Negombo, non puoi perdere.
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Ferriere dall'alto
Il fiume Nure al crepuscolo che, con le sue belle anse, solca Ferriere e il proseguire della valle.
π Alta Val Nure
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Tramonto sul Carevolo
Questo 2024 non poteva iniziare in un modo migliore! Speriamo che questo splendido tramonto alle spalle del Monte Carevolo possa essere di buon auspicio per il nuovo anno!
π Alta Val Nure
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Giochi di luce
Sono affascinanti questi giochi di luce! In un sottobosco buio, ho voluto sperimentare per la prima volta l’illuminazione artificiale: non è certo una fotografia che rispecchia la realtà, ma è sicuramente uno scatto che fa viaggiare con la fantasia.
π Alta Val Nure
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La mia cascata
D’autunno la mia cascata preferita ha ancora più fascino! Non è caratterizzata da un salto d’acqua molto alto, e non è particolarmente conosciuta… ma è stata sede di numerosi tentativi fotografici, mi ha dato parecchie gioie e anche alcune delusioni… tutto sommato, ci sono affezionato.
π Alta Val Nure
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La vista da Olmo di Farini
Già di per sé la valle attraversata dal fiume Nure, nella zona di Olmo (frazione di Farini), risulta magica… ma con il folliage autunnale si esprime sicuramente al meglio.
π Alta Val Nure
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Le corna del cervo volante
Il cervo volante è un insetto incredibile. Le imponenti corna degli esemplari maschi lo rendono un animale affascinante ed estremamente elegante, soprattutto nelle fasi di combattimento. A causa della sua bellezza, spesso viene trascurato il suo lavoro di “conservatore delle foreste”: le larve dei cervi volanti, infatti, nutrendosi di legno in fase di decomposizione, il quale viene trasformato in un humus ricco di sostanze nutritive, contribuiscono a completare il ciclo dei nutrienti. Strappargli uno scatto che ritraesse in maniera nitida la sua principale caratteristica fisica (le corna, ovviamente) non è stato assolutamente un compito facile!
π Alta Val Nure
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Casaldonato al tramonto
Avevo da parte questa bellissima foto di Casaldonato al tramonto, realizzata con il drone. Purtroppo nel comune di Ferriere, a causa del forte maltempo degli scorsi giorni, le frazioni di Casaldonato, Castagnola, Pomarolo e Cattaragna sono rimaste colpite, alcune isolate. Nella speranza che i lavori di ripristino e manutenzione proseguano nel migliore dei modi, credo che questa sia l’occasione per esprimere, nella mia maniera, solidarietà nei confronti di tutta l’Alta Val Nure.
π Alta Val Nure
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Il sifiride
Non è un travestimento di Hallowen! Nessuna mosca si è mascherata da ape! In questo scatto ho catturato un sifiride, cioè una mosca appartenente alla famiglia dei ditteri. Per natura, questo insetto, come anche il ragno vespa, presenta una colorazione simile a quelle delle api o delle vespe, ma in realtà è totalmente inoffensivo; e poiché viene scambiato spesso con i “cugini”, nonostante sia parecchio diffuso, risulta un animale a molti sconosciuto. La curiosa cromia ha l’obiettivo di allontanare i predatori: quest’ultimi, credendo si tratti di una vespa, quindi di un insetto in grado di pungere, si dileguano e non tentano l’attacco. Questa caratteristica fisica degli animali è chiamata “mimetismo batesiano”, ed è l’ennesimo capolavoro della Natura.
π Alta Val Nure
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La cavalletta in cima al fungo
Tantissime serie animate raccontano la storia di micropopoli che vivono tra gli steli d’erba e abitano in case-fungo: per esempio “I Puffi”. Questi cartoni sono sì fiabeschi, ma si ispirano indubbiamente all’incantevole vita che è realmente presente in questi microecosistemi, come la cavalletta in cima al fungo che ho catturato nello scatto. Una scena del genere risulta magica per un appassionato di natura come me, perché fa riflettere su quanto siamo grandi ma allo stesso tempo piccoli rispetto alla vastità della classe animale degli insetti.
π Alta Val Nure
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La cavalletta in cima al fungo
Tantissime serie animate raccontano la storia di micropopoli che vivono tra gli steli d’erba e abitano in case-fungo: per esempio “I Puffi”. Questi cartoni sono sì fiabeschi, ma si ispirano indubbiamente all’incantevole vita che è realmente presente in questi microecosistemi, come la cavalletta in cima al fungo che ho catturato nello scatto. Una scena del genere risulta magica per un appassionato di natura come me, perché fa riflettere su quanto siamo grandi ma allo stesso tempo piccoli rispetto alla vastità della classe animale degli insetti.
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Il ramarro
I colori brillanti del ramarro sono sempre bellissimi da ammirare! Non sono un esperto, ma probabilmente si tratta di un maschio intento nella fase di termoregolazione. Durante il periodo della riproduzione, infatti, negli esemplari di sesso maschile si sviluppa una fantastica cromia azzurrina nella zona della gola che ci permette di distinguere un genere dall’altro.
π Alta Val Nure
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Le curve della strada
È tutta questione di prospettiva!
π Alta Val Nure
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Le curve della strada
È tutta questione di prospettiva!
π Alta Val Nure
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La legge della natura
È la legge della natura. Come disse Lavoisier: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma!
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Santuario nella pineta
Il fiume Aveto in prossimità di Castelcanafurone di Ferriere. Con una breve camminata di una decina di minuti si arriva ad un punto panoramico mozzafiato, dove in lontananza si può addirittura ammirare la confluenza tra l’Aveto e il Trebbia. Facendo volare il drone si possono osservare ancora meglio le bellissime anse del corso d’acqua e lo straordinario paesaggio verde che lo costeggia. Al termine della salita, un centinaio di metri dopo il punto panoramico, tra gli imponenti pini neri sorge una chiesetta dai tratti quasi medioevali; si tratta del Santuario di Santa Maria del Gratra: contesto spettacolare!
π Santuario Santa Maria del Gratra
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Le anse dell'Aveto
Il fiume Aveto in prossimità di Castelcanafurone di Ferriere. Con una breve camminata di una decina di minuti si arriva ad un punto panoramico mozzafiato, dove in lontananza si può addirittura ammirare la confluenza tra l’Aveto e il Trebbia. Facendo volare il drone si possono osservare ancora meglio le bellissime anse del corso d’acqua e lo straordinario paesaggio verde che lo costeggia. Al termine della salita, un centinaio di metri dopo il punto panoramico, tra gli imponenti pini neri sorge una chiesetta dai tratti quasi medioevali; si tratta del Santuario di Santa Maria del Gratra: contesto spettacolare!
π Santuario Santa Maria del Gratra
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Il cerbiattino
Nel periodo che va da inizio maggio a fine giugno non è raro passeggiare nei boschi ed imbattersi, come mi è capitato, in giovanissimi esemplari di cerbiatto apparentemente abbandonati al proprio destino. In realtà, nella stragrande maggioranza dei casi, non si tratta di orfanelli: le madri sono infatti solite lasciare la prole nei campi o nei boschi ed osservarla da lontano (ve lo posso assicurare per esperienza), tornando ad intervalli regolari per nutrire i propri piccoli. Mai come in questi casi è importante non toccare l’animale ed allontanarsi in tempi brevi dalla zona, in questo caso giusto il tempo di scattare due foto, in maniera tale da permettere alla madre di tornare a prendersi cura dei propri cuccioli.
π Alta Val Nure
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Il cerbiattino
Nel periodo che va da inizio maggio a fine giugno non è raro passeggiare nei boschi ed imbattersi, come mi è capitato, in giovanissimi esemplari di cerbiatto apparentemente abbandonati al proprio destino. In realtà, nella stragrande maggioranza dei casi, non si tratta di orfanelli: le madri sono infatti solite lasciare la prole nei campi o nei boschi ed osservarla da lontano (ve lo posso assicurare per esperienza), tornando ad intervalli regolari per nutrire i propri piccoli. Mai come in questi casi è importante non toccare l’animale ed allontanarsi in tempi brevi dalla zona, in questo caso giusto il tempo di scattare due foto, in maniera tale da permettere alla madre di tornare a prendersi cura dei propri cuccioli.
π Alta Val Nure
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La Via Lattea
Fotografare la Via Lattea è una cosa magica: dalla preparazione, allo scatto, alla post-produzione. Certo, ci vuole pratica… questo era il mio primo tentativo. Il risultato è discreto, ma ho ancora da migliorare. Mai come in questi casi i consigli dei più esperti sono fondamentali.
π Alta Val Nure
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Nel blu dipinto di blu
Uno scorcio di Val d’Orcia in Alta Val Nure.
π Alta Val Nure
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L'aquilegia scura
Durante una passeggiata nel bosco questo fiore violaceo a bordo sentiero ha attirato la mia attenzione. Si tratta dell’aquilegia scura, una pianta dotata di un’infiorescenza particolare caratterizzata da petali simmetrici ed eleganti, e da “riccioli” curiosi situati nella parte superiore del fiore stesso.
π Alta Val Nure
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L'aquilegia scura
Durante una passeggiata nel bosco questo fiore violaceo a bordo sentiero ha attirato la mia attenzione. Si tratta dell’aquilegia scura, una pianta dotata di un’infiorescenza particolare caratterizzata da petali simmetrici ed eleganti, e da “riccioli” curiosi situati nella parte superiore del fiore stesso.
π Alta Val Nure
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Il calabrone
“La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso”. Si tratta di una frase molto nota, usata spesse volte per dimostrare l’inattendibilità della scienza. La verità è che questa diceria nasconde due grossi equivoci, e la scienza sorride. Innanzi tutto, questo enunciato è stato messo erroneamente in bocca ad Albert Einstein, che non si sarebbe mai sognato di dire cosa simile; inoltre la celebre frase è frutto di un’errata traduzione dall’inglese all’italiano: “bumblebee” infatti fa riferimento al Bombus Latreille, cioè il bombo, e non al calabrone. Se non bastasse, la scienza intorno agli anni ’70 ha messo fine ad ogni dubbio ed ha argomentato valide motivazioni per cui il bombo è in grado di volare. In conclusione, oggigiorno questo detto viene frequentemente citato per motivare quelle persone che hanno un sogno apparentemente irraggiungibile, ma statisticamente realizzabile.
π Alta Val Nure
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I dettagli del giglio
Il Giglio di San Giovanni che fiorisce proprio nei giorni in cui si festeggia il patrono, tra gli altri, di Ferriere (PC). Questo fiore, per via del suo colore arancione acceso e saturo, attira l’attenzione nei verdi prati di montagna. Con il focus staking che ho realizzato è possibile apprezzare anche le belle e particolari trame dei suoi petali.
π Alta Val Nure
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L'ascafalo bianco
Dopo averlo avvistato per la prima volta un anno fa, lo stesso giorno, un anno più tardi, mi sono recato nel medesimo prato e l’ho ritrovato! Questo bellissimo e particolare libelloide è difficile da catturare in foto in maniera ravvicinata, ma sono stato abbastanza fortunato da trovarne uno nello stadio di metamorfosi avanzata. Rimanendo immobile, questo “quasi” ascafalo bianco mi ha concesso qualche bello scatto!
π Alta Val Nure
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L'ascafalo bianco
Dopo averlo avvistato per la prima volta un anno fa, lo stesso giorno, un anno più tardi, mi sono recato nel medesimo prato e l’ho ritrovato! Questo bellissimo e particolare libelloide è difficile da catturare in foto in maniera ravvicinata, ma sono stato abbastanza fortunato da trovarne uno nello stadio di metamorfosi avanzata. Rimanendo immobile, questo “quasi” ascafalo bianco mi ha concesso qualche bello scatto!
π Alta Val Nure
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L'ascafalo bianco
Dopo averlo avvistato per la prima volta un anno fa, lo stesso giorno, un anno più tardi, mi sono recato nel medesimo prato e l’ho ritrovato! Questo bellissimo e particolare libelloide è difficile da catturare in foto in maniera ravvicinata, ma sono stato abbastanza fortunato da trovarne uno nello stadio di metamorfosi avanzata. Rimanendo immobile, questo “quasi” ascafalo bianco mi ha concesso qualche bello scatto!
π Alta Val Nure
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Lo stelo dell'orchidea
Si ricomincia con le foto della natura dell’Alta Val Nure… sempre belle le orchidee spontanee.
π Alta Val Nure
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Il gioco di luce dell'orchidea
Si ricomincia con le foto della natura dell’Alta Val Nure… sempre belle le orchidee spontanee.
π Alta Val Nure
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Artigiano del bambù
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
π Vietnam
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Mercante galleggiante
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
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Mondariso
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
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Cantoniere
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
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Allevatore
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
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Fruttivendolo
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
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Merciaio
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
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Mercante ambulante
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
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Bottegaio del cartone
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
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Fioraio
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
π Vietnam
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Barbiere
Il racconto di questo viaggio termina oggi, con questo post. Finisce con le immagini dei mestieri più particolari che sono riuscito a catturare: perché sì, di stranezze i vietnamiti ne hanno parecchie, agli occhi degli occidentali. Ma è da viaggi come questo che, imbattendoti nelle situazione più inusuali, impari a capire che le cose più insolite sono le più semplici e le più genuine. Nessun trattore per il mondariso, nessun casco per il cantoniere, niente Amazon per scatoloni necessari ai cittadini. È invece il sorriso a prevalere nonostante il Vietnam sia una realtà, come ci insegna anche la storia, in cui nulla è dato per scontato. Colpisce lo sguardo sincero di chi non possiede niente ma offrirebbe tutto, anche al turista più remoto. Questi gesti fanno capire che nella vita non conta solo il denaro, è più importante piuttosto la felicità.
π Vietnam
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La distesa di incenso
La fase di essiccazione dei mazzetti di incenso viene notevolmente incrementata durante il Tet Nguyen Dan, cioè “la festa della prima mattina del primo giorno”. Si tratta del capodanno vietnamita, o capodanno lunare, ovvero una festività analoga a quella occidentale che tutti conosciamo ma molto più sentita a livello spirituale, e dedicata ogni anno ad un animale dei 12 segni zodiacali del calendario cinese. A questo proposito, durante le settimane precedenti al Tet, i vietnamiti sono soliti fare visita ai propri cari scomparsi, compiendo alcuni gesti sacri tradizionali come la liberazione di una carpa, la costruzione di una sorta di albero, o proprio il bruciare bastoncini di incenso al fine di evocare l’anima dei defunti. È per questo motivo che, durante il periodo tra gennaio e febbraio, la stesura e l’essiccazione degli incensi accresce significativamente, permettendo la visione di distese colorate che formano pattern unici ad ogni angolazione!
π Quang Phu Cau
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Dal Coraggio alla Fortuna
Ad inizio anno ho avuto la fortuna di visitare il piccolo villaggio di QuaΜng Phú CâΜu, in Vietnam.β¨Qui l’intera comunità si adopera coraggiosamente per portare avanti la produzione secolare di incensi utilizzati durante il TêΜt, ovvero il gioioso Capodanno lunare. Gli incensi dall’odore intenso vengono bruciati dai vietnamiti per liberarsi dai debiti o dalla sfortuna: un rito importante ma anche divertente.
La fotografia che ho scattato ritrae la fase di stesura ed essiccazione dei mazzetti di incenso, e ne esalta le forme in grado di creare spirali sempre uniche e di diversi colori. La tonalità in questione è quella che va per la maggiore poiché benefica e propiziatoria: è una gradazione particolare di rosso, cangiante e sgargiante, come spesso viene descritto il vino rosso nella sua analisi visiva. Si tratta di una tonalità molto simile al “viva magenta 18-1750”, attuale colore Pantone dell’anno. La bellezza di tale tinta si ispira alle sfumature della natura, proprio come questi incensi fatti di bambù, essiccati e impastati con coloranti naturali. In sostanza, il colore protagonista in questa foto esprime un’essenza importante, benefica e propiziatoria, sgargiante, intensa e coraggiosa dai toni allegri, gioiosi e divertenti.
π Quang Phu Cau
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Il villaggio dell'incenso
Ad una trentina di chilometri da Hanoi, in una località del comune di Quang Phu Cau, si nasconde un’attrazione turistica e fotografica ancora poco conosciuta, che si appresta a diventare però una meta di rilievo. Si tratta del “villaggio dell’incenso”, ovvero un paesino situato nella periferia della capitale, incentrato unicamente sulla produzione di bastoncini di incenso; i locali, da molte generazioni, dedicano la propria vita alla essiccazione e la lavorazione del bambù, e la successiva creazione di mazzetti coloratissimi. Durante il periodo del Tet, cioè il capodanno vietnamita, il processo di essicazione dei bastoncini aumenta notevolmente, permettendo ai turisti di scattare foto eccezionali!
π Quang Phu Cau
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Il villaggio dell'incenso
Ad una trentina di chilometri da Hanoi, in una località del comune di Quang Phu Cau, si nasconde un’attrazione turistica e fotografica ancora poco conosciuta, che si appresta a diventare però una meta di rilievo. Si tratta del “villaggio dell’incenso”, ovvero un paesino situato nella periferia della capitale, incentrato unicamente sulla produzione di bastoncini di incenso; i locali, da molte generazioni, dedicano la propria vita alla essiccazione e la lavorazione del bambù, e la successiva creazione di mazzetti coloratissimi. Durante il periodo del Tet, cioè il capodanno vietnamita, il processo di essicazione dei bastoncini aumenta notevolmente, permettendo ai turisti di scattare foto eccezionali!
π Quang Phu Cau
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Il villaggio dell'incenso
Ad una trentina di chilometri da Hanoi, in una località del comune di Quang Phu Cau, si nasconde un’attrazione turistica e fotografica ancora poco conosciuta, che si appresta a diventare però una meta di rilievo. Si tratta del “villaggio dell’incenso”, ovvero un paesino situato nella periferia della capitale, incentrato unicamente sulla produzione di bastoncini di incenso; i locali, da molte generazioni, dedicano la propria vita alla essiccazione e la lavorazione del bambù, e la successiva creazione di mazzetti coloratissimi. Durante il periodo del Tet, cioè il capodanno vietnamita, il processo di essicazione dei bastoncini aumenta notevolmente, permettendo ai turisti di scattare foto eccezionali!
π Quang Phu Cau
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Il villaggio dell'incenso
Ad una trentina di chilometri da Hanoi, in una località del comune di Quang Phu Cau, si nasconde un’attrazione turistica e fotografica ancora poco conosciuta, che si appresta a diventare però una meta di rilievo. Si tratta del “villaggio dell’incenso”, ovvero un paesino situato nella periferia della capitale, incentrato unicamente sulla produzione di bastoncini di incenso; i locali, da molte generazioni, dedicano la propria vita alla essiccazione e la lavorazione del bambù, e la successiva creazione di mazzetti coloratissimi. Durante il periodo del Tet, cioè il capodanno vietnamita, il processo di essicazione dei bastoncini aumenta notevolmente, permettendo ai turisti di scattare foto eccezionali!
π Quang Phu Cau
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Cannon Fort
Alla sommità di Cat Ba, intorno agli anni 40 del ‘900, è stata strategicamente costruita un’area militare per fare fronte allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Si tratta di un area delimitata costruita a 170 metri sopra il livello del mare, che comprende numerosi bunker, cannoni e tunnel sotterranei. Utilizzata inizialmente dai giapponesi, poi dai francesi, questa zona è risultata utile anche ai Vietcong durante la Guerra del Vietnam. Oggigiorno, oltre ad essere storicamente significativo, è un punto panoramico notevole per chi desidera ammirare la baia di Lan Ha da una posizione privilegiata.
π Cannon Fort
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La baia di Lan Ha
Lan Ha Bay è sicuramente una delle attrazioni turistiche più affascinanti del Vietnam. A differenza di Ha Long Bay, classificata come una delle sette meraviglie del mondo naturali, Lan Ha è ancora sconosciuta al grande pubblico dei viaggiatori, nonostante sia anch’essa considerata patrimonio UNESCO. Dato che Lan Ha è l’estensione di Ha Long in direzione di Cat Ba, le due zone risultano complessivamente molto simili; ma fortunatamente, il fatto che Lan Ha sia ancora poco popolare permette ai visitatori di apprezzare con più tranquillità il paesaggio mozzafiato costituito da migliaia di enormi conformazioni calcaree. Dall’isola di Cat Ba partono crociere organizzate alla scoperta di questi luoghi magici.
π Lan Ha Bay
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Il villaggio dei pescatori
Nel passato, tra le conformazioni rocciose uniche che sorgono nella baia di Lan Ha, come in quella di Halong, si sono sviluppati veri e propri villaggi galleggianti autosufficienti. Erano in origine solamente punti di vendita del pescato, ma nel corso degli anni famiglie di pescatori hanno deciso di stabilirsi stanzialmente in questa zona. Oggigiorno i villaggi sono ancora vivi ed intatti, e vedono svolgersi numerose attività lavorative, tra le quali la pesca, la tessitura delle reti e la lavorazione delle perle.
π Cai Beo floating village
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Il villaggio dei pescatori
Nel passato, tra le conformazioni rocciose uniche che sorgono nella baia di Lan Ha, come in quella di Halong, si sono sviluppati veri e propri villaggi galleggianti autosufficienti. Erano in origine solamente punti di vendita del pescato, ma nel corso degli anni famiglie di pescatori hanno deciso di stabilirsi stanzialmente in questa zona. Oggigiorno i villaggi sono ancora vivi ed intatti, e vedono svolgersi numerose attività lavorative, tra le quali la pesca, la tessitura delle reti e la lavorazione delle perle.
π Cai Beo floating village
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Il villaggio dei pescatori
Nel passato, tra le conformazioni rocciose uniche che sorgono nella baia di Lan Ha, come in quella di Halong, si sono sviluppati veri e propri villaggi galleggianti autosufficienti. Erano in origine solamente punti di vendita del pescato, ma nel corso degli anni famiglie di pescatori hanno deciso di stabilirsi stanzialmente in questa zona. Oggigiorno i villaggi sono ancora vivi ed intatti, e vedono svolgersi numerose attività lavorative, tra le quali la pesca, la tessitura delle reti e la lavorazione delle perle.
π Cai Beo floating village
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Il villaggio dei pescatori
Nel passato, tra le conformazioni rocciose uniche che sorgono nella baia di Lan Ha, come in quella di Halong, si sono sviluppati veri e propri villaggi galleggianti autosufficienti. Erano in origine solamente punti di vendita del pescato, ma nel corso degli anni famiglie di pescatori hanno deciso di stabilirsi stanzialmente in questa zona. Oggigiorno i villaggi sono ancora vivi ed intatti, e vedono svolgersi numerose attività lavorative, tra le quali la pesca, la tessitura delle reti e la lavorazione delle perle.
π Cai Beo floating village
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Il villaggio dei pescatori
Nel passato, tra le conformazioni rocciose uniche che sorgono nella baia di Lan Ha, come in quella di Halong, si sono sviluppati veri e propri villaggi galleggianti autosufficienti. Erano in origine solamente punti di vendita del pescato, ma nel corso degli anni famiglie di pescatori hanno deciso di stabilirsi stanzialmente in questa zona. Oggigiorno i villaggi sono ancora vivi ed intatti, e vedono svolgersi numerose attività lavorative, tra le quali la pesca, la tessitura delle reti e la lavorazione delle perle.
π Cai Beo floating village
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Il monte delle grotte danzanti
Se ti trovi nella zona di Ninh Binh, in Vietnam, di certo non puoi perdere l’occasione di visitare l’attrazione di Mua Caves. Si tratta di un punto di interesse rilevante a livello turistico, che però nasconde all’interno del suo nome una leggenda storica: si narra infatti che durante la prima guerra contro i mongoli, la famiglia reale vietnamita dei Tran si trasferì in questo territorio; quando il Re aveva bisogno di rilassarsi e divertirsi egli si recava in cima al monte Mua e si intratteneva vedendo danzare bellissime ballerine, portate con sé. È per questo motivo che il popolare sito turistico, comprendente anche la grotta sottostante alla montagna, prese il nome di Mua Caves, letteralmente “Grotte danzanti”.
π Mua Caves
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La Check-in Tower
Áo dài è uno degli abiti tradizionali vietnamiti femminili: si tratta di un vestito di seta stretto ed aderente che viene indossato sopra i pantaloni. Questo abito viene utilizzato come uniforme dalle studentesse e allo stesso tempo dalle donne adulte durante occasioni importanti e cerimonie. Può capitare di incontrare quest’ultime che, vestite in tale maniera, si recano in luoghi turistici al fine di posare per fotografie ricordo. Tanto è vero che spopolano fotografi di matrimoni che affittano questi abiti folcloristici per realizzare i loro book. Nella foto, probabilmente una neosposa presso la Check-in Tower, una delle pagode di Mua Caves (Hang Mua).
π Mua Caves
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La pagoda sul fiume
Nel corso della storia travagliata del Vietnam la popolazione ha avuto modo di confrontarsi con popolazioni di culture molto differenti fra di loro. Nonostante oggigiorno il paese si dichiari ateo, la fede dei vietnamiti è stata fortemente influenzata da quattro religioni, o filosofie: il confucianesimo, il buddhismo, il taoismo, e il cristianesimo; nel corso dei secoli si è affermata così una fusione armoniosa tra queste dottrine. Tuttavia, il buddhismo è la religione largamente più praticata, tant’è che, anche se potrebbe sembrare assurdo, nei giorni festivi migliaia di locali si riversano nei luoghi apparentemente più turistici, com’è il caso del tour in barca di Trang An, esclusivamente per recarsi alle pagode ed esprimere alcune preghiere attraverso numerose offerte.
π Tràng An
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La valle meravigliosa
Ok siamo in Vietnam a Tam Cα»c, poco distante da Ninh Binh abbastanza lontano da Hanoi per immergersi nel silenzio della natura. Da qui puoi partire per un magnifico tour lungo il fiume, tipico perché barcaioli remano con i piedi. Ti imbatterai in “panettoni” di roccia calcarea che sorgono maestosi tra i verdi campi coltivati a riso; ad un certo punto, guardando all’insù, potrai ammirare il dragone di Hang Múa in cima ad una delle montagne che vegliano sulla valle, e attraverserai infine bassissime grotte ricolme di stalattiti. Dopodiché, se ti sarai ben informato, potrai chiedere al tuo barcaiolo di sostare in un determinato punto, un posto quasi segreto, e salire su una piccola e rocciosa altura dalla quale potrai godere di una vista mozzafiato: è lo scorcio di questa valle che è possibile trovare in molte fotografie o dipinti locali, raffigurato nei mesi estivi in cui i campi coltivati assumono un’aspetto dorato e danno il meglio di sé!
π Tam Coc
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Il barcaiolo che rema con i piedi
Decine e decine di barcaioli partono ogni giorno dal porticciolo di Tam Cα»c per trasportare i turisti o per attività correlate. La peculiarità è che costoro sono soliti remare con i piedi, senza mostrare apparentemente nessuna fatica, anzi sorridendo generosamente.
π Tam Coc
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Il barcaiolo che rema con i piedi
Decine e decine di barcaioli partono ogni giorno dal porticciolo di Tam Cα»c per trasportare i turisti o per attività correlate. La peculiarità è che costoro sono soliti remare con i piedi, senza mostrare apparentemente nessuna fatica, anzi sorridendo generosamente.
π Tam Coc
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Il barcaiolo che rema con i piedi
Decine e decine di barcaioli partono ogni giorno dal porticciolo di Tam Cα»c per trasportare i turisti o per attività correlate. La peculiarità è che costoro sono soliti remare con i piedi, senza mostrare apparentemente nessuna fatica, anzi sorridendo generosamente.
π Tam Coc
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La distesa di barche
Un’altra donna, un’altra barcaiola al termine dell’ultimo tour della giornata, in mezzo ad un’infinità di barche nel porticciolo di Tam Cα»c, piccolo villaggio turistico vicino alla città di Ninh Binh, considerata la Ha Long Bay terrestre. Qui è possibile noleggiare una di queste piccole imbarcazioni per godersi un tour affascinante, in cui il silenzio fa da padrone; una tranquillità lontana dal traffico a cui siamo abituati.
π Tam Coc
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La donna vietnamita
Durante l’epoca di colonialismo francese, la donna vietnamita era considerata nettamente inferiore all’uomo, perchè ritenuta incapace di realizzarsi lavorativamente, come in in qualsiasi altro ambito. Dagli anni ’20 del ‘900, le prime figure femminili iniziarono a comparire nella vita politica del paese, fino ad essere definitivamente liberate di ogni tipo di limite ideologico, contemporaneamente all’ascesa al potere del leader comunista Hα» Chí Minh; questo personaggio rivoluzionario sosteneva infatti che, con la oppressione imposta alle donne, non si poteva compiere la rivoluzione necessaria al progredire del paese. Così diverse figure femminili, durante la storia recente e travagliata del Vietnam, hanno ricoperto ruoli di spessore, ottenendo molti dei diritti di cui godono oggigiorno. Attualmente la donna, per quanto possa risultare una figura umile e di poco rilievo, occupa un tassello importante all’interno della società del paese: importanza riconosciuta anche dalla Giornata della Donna, celebrata ogni anno il 20 ottobre al fine di ricordare tutte le donne vietnamite che lottarono coraggiosamente per conquistare l’indipendenza del paese.
π Tam Coc
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La donna vietnamita
Durante l’epoca di colonialismo francese, la donna vietnamita era considerata nettamente inferiore all’uomo, perchè ritenuta incapace di realizzarsi lavorativamente, come in in qualsiasi altro ambito. Dagli anni ’20 del ‘900, le prime figure femminili iniziarono a comparire nella vita politica del paese, fino ad essere definitivamente liberate di ogni tipo di limite ideologico, contemporaneamente all’ascesa al potere del leader comunista Hα» Chí Minh; questo personaggio rivoluzionario sosteneva infatti che, con la oppressione imposta alle donne, non si poteva compiere la rivoluzione necessaria al progredire del paese. Così diverse figure femminili, durante la storia recente e travagliata del Vietnam, hanno ricoperto ruoli di spessore, ottenendo molti dei diritti di cui godono oggigiorno. Attualmente la donna, per quanto possa risultare una figura umile e di poco rilievo, occupa un tassello importante all’interno della società del paese: importanza riconosciuta anche dalla Giornata della Donna, celebrata ogni anno il 20 ottobre al fine di ricordare tutte le donne vietnamite che lottarono coraggiosamente per conquistare l’indipendenza del paese.
π Tam Coc
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Il treno tra i palazzi
Fino a 5 anni fa, questa via di Hanoi percorsa da un’unica rotaia era solo una strettissima strada costeggiata da alte e strette abitazioni, quasi a nasconderla. Era sporca, rumorosa, pericolosa e malfamata. Poi è cambiato tutto: in un paio di mesi, Train Street è diventata la ferrovia più famosa del Vietnam. È stata l’apertura di punti di ristoro, oltre che la premura dei locali, che ha attirato l’attenzione dei turisti. Anche noi ci siamo fermati ad uno dei numerosi bar lungo le rotaie e, scambiando qualche parola con i proprietari e sorseggiando il tipico egg coffe, abbiamo assistito allo straordinario passaggio del treno.
π Hanoi
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Train Street
Fino a 5 anni fa, questa via di Hanoi percorsa da un’unica rotaia era solo una strettissima strada costeggiata da alte e strette abitazioni, quasi a nasconderla. Era sporca, rumorosa, pericolosa e malfamata. Poi è cambiato tutto: in un paio di mesi, Train Street è diventata la ferrovia più famosa del Vietnam. È stata l’apertura di punti di ristoro, oltre che la premura dei locali, che ha attirato l’attenzione dei turisti. Anche noi ci siamo fermati ad uno dei numerosi bar lungo le rotaie e, scambiando qualche parola con i proprietari e sorseggiando il tipico egg coffe, abbiamo assistito allo straordinario passaggio del treno.
π Hanoi
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Il fuoco della morte
Ognuna delle 36 vie dell’Old Quarter di Hanoi è dedicata alla vendita di una merce specifica: tra le altre, viene venduta anche la cosiddetta carta votiva, in vietnamita hàng mã. Questa speciale carta può assumere la forma di diversi oggetti, come banconote, passaporti, modellini automobilistici, ecc… In Vietnam, le persone in vita sono solite bruciarla in strada, al fine di connettersi con gli spiriti degli antenati defunti e mostrare loro la propria devozione, oltre a migliorarne la condizione nell’aldilà.
π Hanoi
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La piazza delle luci
Piazza Dong Kinh Ngia Thuc, situata ad Hanoi vicino al Lago della Spada restituita (Hoàn KiαΊΏm), già a partire dall’epoca coloniale francese è divenuta un importante punto di ritrovo della capitale. La sera, lo slargo diventa un luogo magico, caratterizzato da street food, da numerosi “cyclo” tipici del paese, e dalla moltitudine di illuminazioni affascinanti.
π Hanoi
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Tutto sullo scooter
Il traffico nelle metropoli del Vietnam è impressionante. La segnaletica delle strade in molti casi non viene rispettata, e i clacson prevalgono su ogni cosa. Migliaia di scooter si muovono come uno sciame di api: c’è chi viaggia in 4 su un solo motociclo, e chi trasporta oggetti decisamente stravaganti. La foto in questione ritrae l’autista di un motorino trasportare quanti più boccioni d’acqua possibile.
π Hanoi
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La Torre della Tartaruga
Il tempio Tháp Rùa, cioè “La Torre della Tartaruga”, è un monumento situato su una piccola isola, al centro del Lago della Spada restituita (Hoàn KiαΊΏm) ad Hanoi.
La tartaruga, in Vietnam, viene venerata perchè considerata protettrice della autonomia nazionale: rappresenta la lotta del popolo vietnamita per l’indipendenza e viene considerata la custode della spada magica. La leggenda narra infatti che, un giorno, il genio tartaruga emerse dalle acque del lago per riprendersi la spada sacra che aveva prestato al re Lê Thái Tα» per sconfiggere gli invasori cinesi Ming, intorno al XV secolo.
π Hanoi
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Nuvole sul Mar Ligure
Una giornata nuvolosa sul mare di Chiavari.
Il secondo scatto enfatizza le onde movimentate dal vento.
π Chiavari
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Nuvole sul Mar Ligure
Una giornata nuvolosa sul mare di Chiavari.
Il secondo scatto enfatizza le onde movimentate dal vento.
π Chiavari
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La cascata dopo la pioggia
La potenza della cascata dopo la pioggia.
π Alta Val Nure
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Il tramonto nella nebbia
La Pianura Padana nella nebbia.
π Pianura Padana
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I funghi coprin mica
La specie di funghi coprin mica annuncia l’arrivo imminente dell’inverno.
π Alta Val Nure
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La parete autunnale
La parete rocciosa autunnale.
π Alta Val Nure
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Le cavallette
La femmina di cavalletta Pezotettix che salta portandosi in groppa il maschio.
π Alta Val Nure
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Il ruscello nella faggeta
Il ruscello che spicca tra il foliage autunnale.
π Alta Val Nure
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Il teschio
Il teschio del cinghiale.
π Alta Val Nure
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La faggeta
La faggeta d’autunno.
π Alta Val Nure
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Il biacco
Il biacco: rapido ed astuto.
π Alta Val Nure
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La luna minerale
La luna minerale.
Questa semplice tecnica fotografica prevede, in post produzione, l’esaltazione dei colori della regolite.
π Alta Val Nure
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Il colchico d'autunno
Il colchico d'autunno.
Sebbene sia molto simile al fiore dello zafferano, il colchico è molto velenoso.
π Alta Val Nure
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Le cascate mozzafiato
Le cascate mozzafiato.
Il salto d’acqua è di oltre 20 metriπ².
π Alta Val Nure
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Il geco
Il geco è arrivato in città!
Benché sia inusuale vederla in queste zone, la specie Tarantola Mauritanica negli ultimi anni si è stabilita anche in pianura.
π Pianura Padana
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Il rospo alla cascata
Il rospo alla cascata.
Il mio primo focus stacking, forse non il massimoπ¬.
π Alta Val Nure
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La vedovina selvatica
La vedovina selvatica (o scabiosa columbaria).
Cresce nei prati incolti nel periodo estivo/autunnale.
π Alta Val Nure
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Le mucche al pascolo
La mucca in primo piano.
π Lago Moo
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Le mucche al pascolo
Le mucche al pascolo al Lago Moo brucano nel prato.
π Lago Moo
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Le mucche al pascolo
Le mucche al pascolo al Lago Moo.
π Lago Moo
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Il torrente
Il torrente nella faggeta.
π Alta Val Nure
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La genziana
La genziana spicca tra i cespugli di erica.
L’autunno è alle porte.
π Lago Moo
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La mantide religiosa
La mantide religiosa.
Il suo nome deriva dal greco mantis (profeta) per via della postura degli arti anteriori, che ricorda un atteggiamento di preghiera.
π Alta Val Nure
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Il bombo inquietante
Il bombo inquietante.
Con i nuovi tubi macro, si possono vedere tutti i suoi particolari!
π Alta Val Nure
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Il fungo amanita falloide
Il fungo amanita falloide che spunta tra le foglie cadute del bosco.
π Alta Val Nure
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Lo zigottero calopteryx virgo
Il bellissimo zigottero calopteryx virgo.
Con una colorazione verde-blu, affolla i fiumi di piccole dimensioni durante il periodo estivo.
π Alta Val Nure
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Il riccio
Il timido erinaceus europaeus: il riccio.
π Alta Val Nure
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Il bombo sul cardo
Il bombus mentre succhia il nettare sul fiore del cardo.
π Sella dei Generali
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La capretta
La capretta al pascolo.
π Sella dei Generali
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La libellula
La libellula.
Il suo nome deriva dal latino libra (bilancia) a ricordare il suo volo.
π Alta Val Nure
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Il ghiro
Il ghiro, durante un’uscita notturna: a testa in giù.
π Alta Val Nure
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Il ghiro
Il ghiro, durante un’uscita notturna: osservando che succede.
π Alta Val Nure
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La farfalla papilio rutulus
L’elegantissima papilio rutulus (tradotto: la “Coda forcuta della tigre occidentale”) sulla pianta della lavanda.
π Alta Val Nure
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Salsominore
Salsominore osservato da Cattaragna. La vista, risalente al'estate 2021, è fantastica!
π Salsominore
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Il tritone
Il tritone, tanto raro quanto protetto. Sembra quasi un animale preistorico.
π Alta Val Nure
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La lepre
L'astuta lepre mentre cerca di mimetizzarsi nel bosco.
π Alta Val Nure
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La farfalla argynnis paphia
I dettagli della farfalla argynnis paphia.
π Alta Val Nure
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Lo star trail
Lo star trail è fantastico.
π Alta Val Nure
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La cascata
La cascata in Val Nure.
π Alta Val Nure
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Il giglio
Il giglio di San Giovanni rivolto verso gli spiragli di sole.
π Alta Val Nure
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La fegea
La fegea mentre succhia il nettare sul fiore della kanutia.
π Alta Val Nure
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La farfalla sulla tamerice
La farfalla cavolaia minore sulla tamerice.
π Trapani
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La capra girgentana
La capra girgentana dalle corna arrotolate.
π Custonaci
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La spiaggia di Màcari
La magnifica spiaggia di Màcari e la forma suggestiva del monte Cofano.
π Màcari
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Il tramonto di Mothia
Il tramonto sull'isola di Mothia.
π Mothia
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Lo skyline del mulino
Lo skyline del mulino e il tramonto su Mothia.
π Mothia
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I mulini delle saline
I mulini delle saline di Mothia.
π Mothia
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La rana pelophylax esculentus
La rana pelophylax esculentus sull'attenti nello stagno.
π Alta Val Nure
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L'orchis mascula
I bellissimi petali dell'orchis mascula.
π Alta Val Nure
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Con un breve montaggio comico delle più divertenti clip della faina che avevo a disposizione, mi sono aggiudicato il "Premio Simpatia" del 1° Concorso nazionale di foto e videotrappolaggio Lorenzo Lambertucci.
Un grazie speciale all'associazione dell'Occhio nascosto dei Sibillini, alla manifestazione Appennino foto festival, e soprattutto ai giudici Emanuele Biggi, Marco Colombo e Alessandro Rossetti che seguo con sempre con grande ammirazione!
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